Il meglio e il peggio di Santiago Calatrava

Valencia è la città di Santiago Calatrava. Anzi: la località spagnola è soprannominata “Calatravandia” per la quantità di opere che portano la firma dell’architetto. La città ne ha tratto degli indubbi vantaggi turistici anche se non mancano i detrattori, sempre pronti a muovere feroci critiche al maestro valenciano. Vediamo quali sono i punti di forza e le criticità delle costruzioni calatraviane.

A favore di Calatrava

Spettacolare bellezza delle opere. Chi si schiera con il “partito di Calatrava” esalta la spettacolare bellezza delle sue architetture. Anche gli esperti più critici riconoscono all’architetto l’imponenza delle opere e il perfetto inserimento nel paesaggio circostante. I materiali usati e la prevalenza del bianco conquistano i visitatori di tutto il mondo.

Sublime fusione tra architettura e ingegneria. Altro punto a favore di Calatrava è il perfetto connubio tra estro architettonico e funzionalità ingegneristica. Le colonne, gli archi e i contrafforti diventano protagonisti delle sue opere, tanto da far ricordare le antiche cattedrali gotiche.

Artefice della rinascita culturale di Valencia. Come fu per Bilbao e il Guggenheim, molti riconducono la rinascita culturale di Valencia alla Città delle Arti e delle Scienze. Questa architettura, infatti, ha mutato l’immagine cittadina nel mondo, elevandosi a simbolo delle opere contemporanee spagnole.

Il Puente de la Peineta di Santiago Calatrava
Il Puente de la Peineta, oggetto di molte polemiche. © Fco. Rubio.

Contro Calatrava

Aumento spropositato dei costi di costruzione. I più feroci detrattori di Santiago Calatrava appartengono alla categoria degli “addetti ai lavori”: critici d’arte, architetti e ingegneri. Tutti concordano sulle elevate spese per la costruzione delle opere, che puntualmente lievitano al termine dei lavori. La Città delle Arti e delle Scienze è costata dieci volte di più rispetto alla stima iniziale! Analoga sorte è toccata al Turning Torso, grattacielo di quasi 200 metri che sorge a Malmö.

Opere visionarie che si scontrano con la realtà. Più volte le opere di Calatrava hanno avuto bisogno di alcuni “ritocchi”. Spesso la sua visionarietà si scontra con la realtà. Un esempio su tutti è il Puente de la Peineta che sovrasta i Giardini del Turia. L’arco superiore non svolge alcuna funzione di sostegno, ma è solo un artifizio estetico. Eliminandolo, il ponte sarebbe più forte e verrebbero risolve alcune criticità costruttive.

Ripetitività delle architetture. Se è vero che ogni grande architetto si riconosce da alcuni tratti distintivi, in Calatrava si nota una ripetitività che sfiora l’imbarazzo. Un caso che fa tuttora discutere riguarda la forte somiglianza tra l’Auditorium di Tenerife e il Palau de les Arts all’interno della Città delle Arti e delle Scienze.

Abbiamo messo a confronto i punti di forza e le debolezze delle architetture calatraviane. E voi come la pensate?

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